I francesi la chiamano insouciance, l’arte di apparire perfetti in modo spontaneo, come se fosse qualcosa di perfettamente naturale. È il cuore di tutto ciò che riconosciamo come stile francese, in ogni campo. Ma di che cos’è fatta quell’aura impalpabile che sembra quasi impossibile da riprodurre? È una virtù sfuggente, indefinibile, che si esprime per fotogrammi e fermi immagine. È la sigaretta appoggiata all’angolo della bocca di Jean Paul Belmondo. È lo sguardo ribelle e impenitente di Antoine Doinel nei film di Truffaut. È l’innata leggiadria di Jeanne Moreau che corre a perdifiato su un ponte vestita da uomo, la chioma appena spettinata di Françoise Hardy, la maglietta a righe perfettamente oversize di Brigitte Bardot. La frenchitude non è soltanto una qualità delle icone della cultura popolare francese, è essa stessa un’icona. Ma in fondo non serve essere delle icone per esprimerla: il segreto è saper giocare con pochi, semplici elementi, inserendo un piccolo, inatteso dettaglio in un insieme minimalista. Senza mai prendersi troppo sul serio.